giovedì 13 novembre 2008
SOCRATE Alla scoperta della sapienza umana
di Fulvio Notarstefano L'uomo e la psiché Tanto il metodo quanto la forma, e cioè l'oralità concettuale-dialettica unita all'ironia di cui si servì Socrate, retti dall'atteggiamento spirituale del "sapere di non sapere", è finalizzato ad un preciso scopo: permettere agli uomini di vivere meglio, ossia insegnare loro a prendersi cura della propria anima, poiché essa e l'uomo sono una sola cosa. Il merito maggiore da attribuire a Socrate è proprio quello di aver introdotto nel mondo occidentale l'identificazione dell'essenza dell'uomo con la sua anima, intesa come intelligenza o capacità di intendere e volere secondo coscienza, facendo assumere alla stessa quel significato destinato a rimanere pressoché immutato fino ad oggi. Egli non si occupò di physis, come avevano fatto praticamente tutti i filosofi prima di lui, poiché dunque mirava molto più in alto, in quanto provò a fornire una risposta al grande enigma avanzato dal motto apollineo: "Conosci te stesso". La risposta di Socrate è "l’uomo è la sua anima ed il prendersi cura della medesima rappresenta il fine più alto cui debba aspirare". Ma perché l'uomo possa prendersi cura della propria anima deve poter operare in vita le giuste decisioni, e per farlo deve possedere una conoscenza del bene, sulla base della quale giudica e decide. Per Socrate la conoscenza del bene si identifica con la virtù (areté) ed il suo opposto è l'ignoranza, collegata invece al vizio. Pertanto colui che possiede una conoscenza del bene, cioè sa cosa è giusto per sé, per la propria anima, è un uomo virtuoso. I vizi di cui parla Socrate comprendono l'attaccamento dell'uomo a tutto ciò che non è anima, cioè i beni ed i valori esteriori e materiali, che avevano fino ad allora costituito la "tavola dei valori" del mondo greco. Socrate ribaltò questa tavola, affermando che la loro bontà e la loro utilità era subordinata alla conoscenza. L'animo, in quanto capace di azioni morali, può produrre azioni "buone" e "cattive". L'affermazione contenuta nel Protagora secondo la quale l'uomo non vuole il male ma solo il bene è comprensibile se si considera che l'uomo è sempre mosso da un desiderio non meglio definito di "felicità". Ma la felicità non è data da beni esteriori ma da quelli dell'anima, cioè del perfezionamento della medesima tramite la virtù ossia la propria conoscenza: in tal modo, l'uomo attua quella che è la sua natura. Le azioni che producono del male sono frutto di cattive scelte, fatte sulla base di considerazioni dettate dall'ignoranza che convincono l'uomo che ciò che sta facendo in realtà è bene. E' necessario quindi comprendere il bene per praticarlo. Socrate indica nella filosofia il mezzo per giungere ad una conoscenza più ampia di se stessi e delle cose, per comprendere quale sia l'essenza del bene. Una vita vissuta senza indagine non vale la pena di essere vissuta: e nell'affermare ciò, Socrate afferma il primato del sapere sull'essere semplicemente virtuosi e sul vivere secondo virtù in se e per sé. Pertanto, il compito del filosofo diviene quello di accompagnare l'uomo nella sua proiezione verso la conoscenza e la realizzazione di se stesso. Ecco dunque il ruolo che la filosofia deve assumere, ecco la grande rivoluzione del pensiero socratico nell'ambito del pensiero politico occidentale: quella di aver distinto la filosofia dalla scienza naturale e dalla teosofia, e di averne definito i compiti.
sabato 18 ottobre 2008
LA RICERCA CHE AMO SOSTENERE
Per chi non vuole continuare a parlare a vanvera
Scritto da Stefano Montanari
venerdì 17 ottobre 2008
Che io l’abbia detto e scritto mille volte pare non avere effetto: l’Italia è un paese di scrittori, più o meno alfabetizzati che siano, ma non di lettori. Così capita che qualche politico, sempre nell’italica accezione del termine, strepiti portando alla ribalta argomenti esistenti solo nella sua immaginazione o altri chiariti da tempo immemorabile.
Ultimamente due micropolitici, uno del Sud e uno di casa mia, hanno puntato il loro indice contro di me. Ma, insomma, che cosa diavolo ci fa questo Montanari con il microscopio che “gli abbiamo comprato”? Lui fa soldi a palate e di ricerca manco se ne parla.
Non temete: non ho nessuna intenzione di ripetere le cose che conoscete già a memoria. Vorrei solo far conoscere una fetta della nostra ricerca, e una fetta importante, che altrove avrebbe grande risonanza ma che da noi è rigorosamente taciuta.
Ormai da tempo abbiamo visto che le polveri di cui ci occupiamo sono capaci di passare da madre a feto e lì, a seconda dello stadio di gestazione nel quale il fenomeno avviene, possono causare l’istaurarsi di malformazioni non di rado incompatibili con la vita stessa. Quando la compatibilità con la vita c’è, si tratta di una vita da non augurare a nessuno.
La scoperta, poi, della capacità delle polveri di entrare nel nucleo delle cellule dove risiede il DNA non è cosa da trascurare.
Comunque, perfino l’ARPA si è accorta che le polveri hanno la capacità di mutare il genoma umano.
Nel libro Il Girone delle Polveri Sottili sono raccontati alcuni casi di malformazione, ma qui ne vorrei ricordare uno che al momento della stesura non ci era ancora capitato. Da una città della Pianura Padana
ci sono arrivati i reperti di un bambino morto otto ore dopo la sua nascita e la diagnosi dell’anatomo-patologo è stata leucemia mieloide acuta. In quei reperti prelevati da vari organi, dal cervello ai linfonodi, abbiamo trovato una miriade di polveri micro e nanometriche solide, inorganiche, non biodegradabili né biocompatibili, tipicamente antropiche.
Due cose vanno tenute presenti: la prima è che il bambino ha sviluppato la malattia in grembo di una donna non ammalata, dunque, è nato con una sorta di terribile peccato originale di cui non è di sicuro responsabile, e la seconda è che, ovviamente, il bambino non era mai uscito dal grembo materno e, perciò, quelle polveri di chiarissima origine ambientale gli sono state regalate dalla mamma. Stessa cosa in tutti i casi che osserviamo compresi quelli, interessantissimi, di una patologia fetale di solito rara che ci sono arrivati da Malta, in cui le polveri antropiche si sprecano. Stessa cosa in un caso che ha avuto risvolti giudiziari, un caso di cancro della prostata in un bambino di otto anni, per il quale non solo nessuno ha contribuito con un centesimo (è la prassi), ma di cui si è persino taciuta la paternità delle analisi. Purtroppo, anche se democraticamente messe ai voti e dichiarate innocue per ragion di stato, le polveri nell’organismo e, ancor di più, in un organismo in rapida formazione, a rischio di deludere qualcuno sono quanto mai aggressive.
Così uno dei nostri impegni oggi è quello di fare ricerca sui reperti di feti che ci arrivano, una ricerca costosa, come sa bene chi ha qualche idea di come funzionino nei fatti le cose, che noi affrontiamo con il poco denaro che riusciamo a raggranellare da qualche consulenza e da qualche indagine a pagamento. Da fuori, nessun aiuto. Anzi.
A complemento, stiamo studiando, sempre a spese nostre, anche reperti di latte materno con campioni che ci arrivano dall’Ospedale di Alessandria.
A questo punto, è del tutto naturale che io chieda a questi politici (li chiamo così solo per comodità) che cosa facciano loro per affrontare questo problema, visto che l’unica funzione per cui giustifichino la loro esistenza dove si trovano e lo stipendio che passiamo loro (oltre al resto) è quella di occuparsi del bene comune.
Una malformazione fetale è una tragedia quando ci capita in casa e, ve lo assicuro, toglie il fiato anche se capita in casa d’altri. A meno che, va da sé, non si abbia lo stomaco di quei personaggi, uno stomaco, devo dire, un po’ curioso. Tempo fa il presidente di un consiglio comunale m’impose di non mostrare l’immagine di uno di quei bambini perché avrebbe potuto turbare la sensibilità dei suoi colleghi. Colleghi, va sottolineato, che si apprestavano a sottoscrivere con entusiasmo la costruzione di un nuovo inceneritore (pardon, “termovalorizzatore”, come sottolinea ancora oggi un povero policuzzo pugliese che ignora, tra le mille altre cose che gli sfuggono, la lingua italiana). Quell’inceneritore, come la chimica e la fisica comandano, di polveri ne avrebbe prodotte a centinaia di migliaia di tonnellate, ma questo è un fatto che passa in secondo piano quando ci sono tanti interessi in gioco per i quali si può tranquillamente schiattare.
E così accadde quando mia moglie fu invitata ad un convegno scientifico frequentato da scienziati (così si erano presentati) che squittirono scandalizzati quando videro le immagini incriminate. Le porcherie vanno tenute accuratamente nascoste come, ad esempio, si cerca di fare in Sardegna, ma la cosa non è troppo diversa altrove, e chi sbircia in quei segreti deve pagarla. “Hanno dato troppo fastidio e li hanno puniti.” Appunto.
Ed è questo che i politicanti cercano di fare: di punirci, di farci chiudere tutto. Degl’ignobili mascalzoni, certo, ma, da uomo, non riesco ad augurare loro altro che di non dover mai passare attraverso il dolore di venire in laboratorio da noi con un pezzo di un loro figlio mai nato o malato di cancro.
Fino a che siamo in tempo, fino a che la vostra azione da barbari ignoranti come siete non sarà arrivata a distruggere la nostra ricerca, prego il Cielo che apra un barlume nel vostro cervello e che, se non siete capaci di collaborare, almeno ci dimentichiate.
Per chi voglia documentazione, oltre a quanto trova in questo blog, consiglio di leggersi “Eu Research on Environment and Health” pubblicato dalla Commissione Europea e di consultare http://www.arpa.emr.it/cms3/documenti/_cerca_eventi/2006/atti/Gatti.pdf
e http://www.oeghmp.at/download/veranstaltungen/2007-06-10_4th_inches_conference/program.pdf.
Scritto da Stefano Montanari
venerdì 17 ottobre 2008
Che io l’abbia detto e scritto mille volte pare non avere effetto: l’Italia è un paese di scrittori, più o meno alfabetizzati che siano, ma non di lettori. Così capita che qualche politico, sempre nell’italica accezione del termine, strepiti portando alla ribalta argomenti esistenti solo nella sua immaginazione o altri chiariti da tempo immemorabile.
Ultimamente due micropolitici, uno del Sud e uno di casa mia, hanno puntato il loro indice contro di me. Ma, insomma, che cosa diavolo ci fa questo Montanari con il microscopio che “gli abbiamo comprato”? Lui fa soldi a palate e di ricerca manco se ne parla.
Non temete: non ho nessuna intenzione di ripetere le cose che conoscete già a memoria. Vorrei solo far conoscere una fetta della nostra ricerca, e una fetta importante, che altrove avrebbe grande risonanza ma che da noi è rigorosamente taciuta.
Ormai da tempo abbiamo visto che le polveri di cui ci occupiamo sono capaci di passare da madre a feto e lì, a seconda dello stadio di gestazione nel quale il fenomeno avviene, possono causare l’istaurarsi di malformazioni non di rado incompatibili con la vita stessa. Quando la compatibilità con la vita c’è, si tratta di una vita da non augurare a nessuno.
La scoperta, poi, della capacità delle polveri di entrare nel nucleo delle cellule dove risiede il DNA non è cosa da trascurare.
Comunque, perfino l’ARPA si è accorta che le polveri hanno la capacità di mutare il genoma umano.
Nel libro Il Girone delle Polveri Sottili sono raccontati alcuni casi di malformazione, ma qui ne vorrei ricordare uno che al momento della stesura non ci era ancora capitato. Da una città della Pianura Padana
ci sono arrivati i reperti di un bambino morto otto ore dopo la sua nascita e la diagnosi dell’anatomo-patologo è stata leucemia mieloide acuta. In quei reperti prelevati da vari organi, dal cervello ai linfonodi, abbiamo trovato una miriade di polveri micro e nanometriche solide, inorganiche, non biodegradabili né biocompatibili, tipicamente antropiche.
Due cose vanno tenute presenti: la prima è che il bambino ha sviluppato la malattia in grembo di una donna non ammalata, dunque, è nato con una sorta di terribile peccato originale di cui non è di sicuro responsabile, e la seconda è che, ovviamente, il bambino non era mai uscito dal grembo materno e, perciò, quelle polveri di chiarissima origine ambientale gli sono state regalate dalla mamma. Stessa cosa in tutti i casi che osserviamo compresi quelli, interessantissimi, di una patologia fetale di solito rara che ci sono arrivati da Malta, in cui le polveri antropiche si sprecano. Stessa cosa in un caso che ha avuto risvolti giudiziari, un caso di cancro della prostata in un bambino di otto anni, per il quale non solo nessuno ha contribuito con un centesimo (è la prassi), ma di cui si è persino taciuta la paternità delle analisi. Purtroppo, anche se democraticamente messe ai voti e dichiarate innocue per ragion di stato, le polveri nell’organismo e, ancor di più, in un organismo in rapida formazione, a rischio di deludere qualcuno sono quanto mai aggressive.
Così uno dei nostri impegni oggi è quello di fare ricerca sui reperti di feti che ci arrivano, una ricerca costosa, come sa bene chi ha qualche idea di come funzionino nei fatti le cose, che noi affrontiamo con il poco denaro che riusciamo a raggranellare da qualche consulenza e da qualche indagine a pagamento. Da fuori, nessun aiuto. Anzi.
A complemento, stiamo studiando, sempre a spese nostre, anche reperti di latte materno con campioni che ci arrivano dall’Ospedale di Alessandria.
A questo punto, è del tutto naturale che io chieda a questi politici (li chiamo così solo per comodità) che cosa facciano loro per affrontare questo problema, visto che l’unica funzione per cui giustifichino la loro esistenza dove si trovano e lo stipendio che passiamo loro (oltre al resto) è quella di occuparsi del bene comune.
Una malformazione fetale è una tragedia quando ci capita in casa e, ve lo assicuro, toglie il fiato anche se capita in casa d’altri. A meno che, va da sé, non si abbia lo stomaco di quei personaggi, uno stomaco, devo dire, un po’ curioso. Tempo fa il presidente di un consiglio comunale m’impose di non mostrare l’immagine di uno di quei bambini perché avrebbe potuto turbare la sensibilità dei suoi colleghi. Colleghi, va sottolineato, che si apprestavano a sottoscrivere con entusiasmo la costruzione di un nuovo inceneritore (pardon, “termovalorizzatore”, come sottolinea ancora oggi un povero policuzzo pugliese che ignora, tra le mille altre cose che gli sfuggono, la lingua italiana). Quell’inceneritore, come la chimica e la fisica comandano, di polveri ne avrebbe prodotte a centinaia di migliaia di tonnellate, ma questo è un fatto che passa in secondo piano quando ci sono tanti interessi in gioco per i quali si può tranquillamente schiattare.
E così accadde quando mia moglie fu invitata ad un convegno scientifico frequentato da scienziati (così si erano presentati) che squittirono scandalizzati quando videro le immagini incriminate. Le porcherie vanno tenute accuratamente nascoste come, ad esempio, si cerca di fare in Sardegna, ma la cosa non è troppo diversa altrove, e chi sbircia in quei segreti deve pagarla. “Hanno dato troppo fastidio e li hanno puniti.” Appunto.
Ed è questo che i politicanti cercano di fare: di punirci, di farci chiudere tutto. Degl’ignobili mascalzoni, certo, ma, da uomo, non riesco ad augurare loro altro che di non dover mai passare attraverso il dolore di venire in laboratorio da noi con un pezzo di un loro figlio mai nato o malato di cancro.
Fino a che siamo in tempo, fino a che la vostra azione da barbari ignoranti come siete non sarà arrivata a distruggere la nostra ricerca, prego il Cielo che apra un barlume nel vostro cervello e che, se non siete capaci di collaborare, almeno ci dimentichiate.
Per chi voglia documentazione, oltre a quanto trova in questo blog, consiglio di leggersi “Eu Research on Environment and Health” pubblicato dalla Commissione Europea e di consultare http://www.arpa.emr.it/cms3/documenti/_cerca_eventi/2006/atti/Gatti.pdf
e http://www.oeghmp.at/download/veranstaltungen/2007-06-10_4th_inches_conference/program.pdf.
martedì 16 settembre 2008
NEL CIELO
venerdì 12 settembre 2008
NEL CUORE ALESSANDRA
Era una mattina di maggio del 1959, ero nella mia classe, dove frequentavo la quinta elementare, mi avvicinai piena di felicità, ma anche di timidezza alla cattedra e sussurrai alla mia maestra: "Signora maestra stanotte mi è nata una sorellina" Quella sorellina era Alessandra. Alessandra se ne è andata venerdì scorso all'improvviso lasciandoci tutti attoniti e disperati. Era la sorella più piccola una persona semplice, gioiosa e piena di allegria, nonostante la vita non fosse stata generosa con lei. Non aveva marito, non aveva figli, aveva sempre vissuto con i nostri genitori, che l'avevano lasciata presto e adesso viveva con Roberta l'altra sorella. Anche il lavoro non le aveva dato grandi soddisfazioni. Amava però le persone che le erano accanto e bastava poco a renderla felice. Aveva dei talenti propri personali che esprimeva in preziosi lavori manuali. E' con uno di questi che voglio ricordarla. Un quadro a punto croce fatto da lei, che mi aveva regalato poco tempo fa Quando era venuta a trovarmi, quindici giorni fa, lo aveva trovato appeso in bella mostra nel mio soggiorno e ne era rimasta, giustamente, orgogliosa.
Voglio ricordarla con questa sua bella opera.
Ti voglio bene Alessandra, sorellina mia!
Nel mio cuore per sempre!
martedì 9 settembre 2008
La perdita di una sorella
Oggi sono tornata a casa dopo il funerale di mia sorella Alessandra. Una telefonata venerdì mattina e è iniziato un incubo. Vorrei ricordare la mia cara Alessandra con qualche parola, ma lo farò quando sarò meno stanca. per ora riporto quello che ha scritto sul suo blog la mia grande amica Manuela, che mi ha fatto tanto piacere.
Oggi se ne è andata la sorella della mia più grande amica. Alessandra ha concluso la sua vita all’improvviso lasciando tutti sgomenti e pieni di dolore. Era giovane, chissà quante e quali cose avrebbe potuto ancora fare, ma non ne ha avuto il tempo. Voglio ricordarla con un fiore e voglio rassicurare la mia amica perchè non è tutto finito qui, ora Alessandra è in cammino per luogo bellissimo dove potrà realizzare i suoi desideri e dar corpo ai suoi sogni, forse questo mondo non la meritava.
Dedicato ad Alessandra
GRAZIE MANUELA!
Oggi se ne è andata la sorella della mia più grande amica. Alessandra ha concluso la sua vita all’improvviso lasciando tutti sgomenti e pieni di dolore. Era giovane, chissà quante e quali cose avrebbe potuto ancora fare, ma non ne ha avuto il tempo. Voglio ricordarla con un fiore e voglio rassicurare la mia amica perchè non è tutto finito qui, ora Alessandra è in cammino per luogo bellissimo dove potrà realizzare i suoi desideri e dar corpo ai suoi sogni, forse questo mondo non la meritava.
Dedicato ad Alessandra
GRAZIE MANUELA!
domenica 10 agosto 2008
ESSERE ONESTI CON SE STESSI
Quando si parla di onestà si pensa sempre a persone che nella società si comportano bene in accordo con i dettami che il pensare comune porta avanti.E si pensa sempre che l’onestà sia un proprio comportamento verso gli altri. Prima però dell’onestà verso gli altri esiste l’onestà verso se stessi. Ho la sensazione che molte persone pur di portare avanti opinioni e argometazioni correnti tradiscano il prorprio se stesso. Essere onesti verso se stessi, al giorno d’oggi, non è facile, se apparteniamo a un detrminato ambiente o abbiamo una appartenenza politica specifica oppure frquentiamo determinate persone, sarà inevitabile che prima o poi alcune nostre idee su determinati argomenti non coincidano appieno con quelli degli altri e in quel momento sarà difficile esprimere quello che in verità sentiamo o, che più propriamente, cerchiamo di non sentire. Nascondiamo a noi stessi la nostra propria verità per seguire quella tendenza a cui precedentemente avevamo aderito. Ci tradiamo, tradiamo il nostro proprio io, ma questo non viene fatto in modo del tutto cosciente e quello che rimane dentro di noi è un profondo malessere a cui non sappiamo dare spiegazionwe. Essere onesti con se stessi è per me una ricerca continua e faticosa che porta però a uno stato interno armonico e di benessere. Questo ci trasformerà in persone veramente oneste sia con se stessi che con gli altri, cosa a mio parere estremamente rara al giorno d’oggi.
martedì 5 agosto 2008
Uno spaventoso dubbio
In Francia sono stati arrestati due vagabondi squilibrati per l'uccisione del piccolo Valentin di dieci anni. Un omicidio barbaro e senza senso. In un primo tempo gli investigatori avevano pensato all'aggressione di un animale selvatico da quanto il corpicino era straziato. Questo dubbio era nato, all'inizio anche per il piccolo Samuele. Bourg en Brasse dista da Cogne 250 chilometri e ora gli investigatori francesi stanno indagando anche in Italia perchè sembra che i due vaghassero da ben vent'anni tra Francia Belgio e Italia. E se fossero loro gli omicidi del piccolo Samuele?
http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_733653468.html
http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_733653468.html
sabato 26 luglio 2008
Invecchiamento della psiche
Mi ha colpito la notizia di un uomo di 103 anni che ha tentato il suicidio gettandosi in Arno. Due poliziotti di passaggio lo hanno visto, si sono gettati nel fiume e lo hanno salvato. L'uomo, un vecchietto lucido, in salute, ha detto con un filo di voce che aveva cercato di morire perchè era stufo di vivere.
Questa frase mi ha fatto venire in mente mio nonno che a novant'anni diceva la stessa cosa, con la sua parlata livornese :" M'è venuto a noia campare" Era un uomo sano e assolutamente in gamba, viveva solo e dimostrava fisicamente vent'anni di meno. Una mattina non rispondeva al telefono, mia mamma corse nella sua casa, era tutto in ordine, sembrava non ci fosse nessuno, ma cercando bene lo trovarono scivolato sotto il letto, morto. Era stato bene sino alla sera prima. Stava bene fisicamente , ma la sua psiche era stanca, la nonna lo aveva lasciato due anni prima e lui sentiva la stanchezza della vita. Era strano per un tipo come lui, che era stato sempre pieno di vita, che amava vivere e non aveva mai avuto nella sua vita momenti di sconforto e che aveva superato tantissime difficoltà. Eppure era stanco di vivere.
Ho fatto quindi una riflessione. Sentiamo dire che in futuro la medicina farà sì che si possa vivere fino a 120 anni e forse più, ma anche ammettendo che questo sia possibile, cosa a cui credo poco, con quali strumenti psichici affronteremo quei venti trenta anni in più? Quel periodo non esiste nella nostra psiche. E quindi non andrebbero creati solo gli strumenti fisici per vivere così tanto, ma anche e, soprattutto, quelli psichici. Altrimenti sarebbe come far vivere un corpo senza mente. Ogni periodo della vita ha bisogno del suo scopo e a quell'età l'unico scopo per vivere sarebbe la paura di morire, ma a quell'età forse anche la paura di morire non c'è più, perchè la morte in quel tempo è fisiologica, sia fisicamente che psichicamente.
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/cronaca/centenario-suicida/centenario-suicida/centenario-suicida.html
Questa frase mi ha fatto venire in mente mio nonno che a novant'anni diceva la stessa cosa, con la sua parlata livornese :" M'è venuto a noia campare" Era un uomo sano e assolutamente in gamba, viveva solo e dimostrava fisicamente vent'anni di meno. Una mattina non rispondeva al telefono, mia mamma corse nella sua casa, era tutto in ordine, sembrava non ci fosse nessuno, ma cercando bene lo trovarono scivolato sotto il letto, morto. Era stato bene sino alla sera prima. Stava bene fisicamente , ma la sua psiche era stanca, la nonna lo aveva lasciato due anni prima e lui sentiva la stanchezza della vita. Era strano per un tipo come lui, che era stato sempre pieno di vita, che amava vivere e non aveva mai avuto nella sua vita momenti di sconforto e che aveva superato tantissime difficoltà. Eppure era stanco di vivere.
Ho fatto quindi una riflessione. Sentiamo dire che in futuro la medicina farà sì che si possa vivere fino a 120 anni e forse più, ma anche ammettendo che questo sia possibile, cosa a cui credo poco, con quali strumenti psichici affronteremo quei venti trenta anni in più? Quel periodo non esiste nella nostra psiche. E quindi non andrebbero creati solo gli strumenti fisici per vivere così tanto, ma anche e, soprattutto, quelli psichici. Altrimenti sarebbe come far vivere un corpo senza mente. Ogni periodo della vita ha bisogno del suo scopo e a quell'età l'unico scopo per vivere sarebbe la paura di morire, ma a quell'età forse anche la paura di morire non c'è più, perchè la morte in quel tempo è fisiologica, sia fisicamente che psichicamente.
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/cronaca/centenario-suicida/centenario-suicida/centenario-suicida.html
sabato 19 luglio 2008
Vicino al proprio IO ci si sta dimolto bene!
Succede ogni giorno che accadano fatti per cui sia inevitabile prendere un'opinione.
Può essere una sentenza,una scelta politica, una scelta economica, o tante altre cose. La prima cosa da chiedersi è "che ne so io di questo fatto?" Perchè spesso non abbiamo abbastanza informazioni, non conosciamo nei dettagli la situazione, abbiamo appreso superficialmente la cosa. Però un'opinione, in verità, ce la facciamo abbastanza in fretta. Da quel momento in poi siamo dei kamikaze nel difendere quello schieramento. E tutte le nostre energie sono spese per difendere la nostra idea, (ma è veramente nostra?) un'idea che spesso ci siamo fatti in pochissimo tempo analizzando in modo superficiale l'accaduto e purtoppo seguendo uno schieramento ideologico già precostituito. Questo non ci fa star bene! Non possiamo essere divisi in gruppi e appartenere sempre al solito gruppo con le stesse idee del gruppo. Ogni accadimento deve essere ragionato digerito e portato a coscienza, solo così potremo avere un'opinione veramente propria e ci accorgeremo che una volta la nostra opinione sarà simile a quella dei bianchi una volta sarà simile a quella dei verdi una volta a quella dei gialli e una volta non sarà simile proprio a quella di nessuno. Ma sarà la "nostra" opinione basata su un'esperienza propria. Saremo usciti dalla prigione e si aprirà davanti a noi l'orizzonte della libertà.
Può essere una sentenza,una scelta politica, una scelta economica, o tante altre cose. La prima cosa da chiedersi è "che ne so io di questo fatto?" Perchè spesso non abbiamo abbastanza informazioni, non conosciamo nei dettagli la situazione, abbiamo appreso superficialmente la cosa. Però un'opinione, in verità, ce la facciamo abbastanza in fretta. Da quel momento in poi siamo dei kamikaze nel difendere quello schieramento. E tutte le nostre energie sono spese per difendere la nostra idea, (ma è veramente nostra?) un'idea che spesso ci siamo fatti in pochissimo tempo analizzando in modo superficiale l'accaduto e purtoppo seguendo uno schieramento ideologico già precostituito. Questo non ci fa star bene! Non possiamo essere divisi in gruppi e appartenere sempre al solito gruppo con le stesse idee del gruppo. Ogni accadimento deve essere ragionato digerito e portato a coscienza, solo così potremo avere un'opinione veramente propria e ci accorgeremo che una volta la nostra opinione sarà simile a quella dei bianchi una volta sarà simile a quella dei verdi una volta a quella dei gialli e una volta non sarà simile proprio a quella di nessuno. Ma sarà la "nostra" opinione basata su un'esperienza propria. Saremo usciti dalla prigione e si aprirà davanti a noi l'orizzonte della libertà.
giovedì 10 luglio 2008
Una scelta d'amore
Il tribunale ha dato il permesso di non somministrare più attraverso un sondino il cibo e l'acqua ad Eluana, la ragazza che da sedici anni vive in stato vegetativo. Se questo venisse attuato, significherebbe entro breve tempo la morte della ragazza. Sedici anni, sedici anni sono tanti. Sedici anni in cui i genitori ed ora solo il padre rimasto in vita, hanno accudito quel corpo silenzioso e assente, sicuramente con amore. E deve essere stato pure per amore che hanno chiesto insistentemente che quella nutrizione forzata venisse interrotta. L'amore di due gentori, e adesso di uno solo, che chiedono alle istituzioni la morte della propria figlia. E le istituzioni giudicano, discutono, esprimono opinioni. Ma opinioni su di che opinioni su di chi? Questa ragazza non l'hanno mai conosciuta, nè quando era in salute, nè quando era in stato vegetativo, non le hanno mai tenuto la mano, non hanno mai sentito il suo respiro, in fondo non sanno nemmeno chi è. Il padre lo sa e non fa nè una scelta politica, nè una scelta giuridica.
Il padre sa perchè ama.
Il padre fa una scelta d'amore.
L'unico strumento che può indicare la via, sia quella di staccare l'alimentazione, sia quella di lasciarla.
Davanti a queste scelte non c'è qualcosa di precostituito, davanti a queste scelte siamo soli e responsabili, per quello che possiamo.
E quando è la propria coscienza a guidare le azioni può succedere anche di cadere nel penale, ma allora ci vuole ancora più coraggio.
Le motivazioni che hanno gli altri, coloro che giudicano e che legiferano non le so e non le voglio neanche sapere.
Il padre sa perchè ama.
Il padre fa una scelta d'amore.
L'unico strumento che può indicare la via, sia quella di staccare l'alimentazione, sia quella di lasciarla.
Davanti a queste scelte non c'è qualcosa di precostituito, davanti a queste scelte siamo soli e responsabili, per quello che possiamo.
E quando è la propria coscienza a guidare le azioni può succedere anche di cadere nel penale, ma allora ci vuole ancora più coraggio.
Le motivazioni che hanno gli altri, coloro che giudicano e che legiferano non le so e non le voglio neanche sapere.
domenica 29 giugno 2008
Lettera al quotidiano locale il Tirreno
Ieri, durante il Seminario “Qualità Dell’Aria e Dintorni” indetto dalla Provincia di Livorno, ho assistito alla conferenza del Dott. Stefano Montanari . Il Dott. Montanari, scienziato di fama internazionale, è Direttore Scientifico del Laboratorio Nanodiagnostic di Modena ed è impegnato a divulgare le scoperte sulle nanopatologie, i pericoli connessi alle polveri sottili e i danni sanitari ed ambientali prodotti dagli inceneritori. Il Dott. Montanari ha spiegato che non esiste più alcun dubbio a livello scientifico: le micro-nanoparticelle, comunque prodotte, una volta penetrate nell’organismo innescano un serie di reazioni che possono tramutarsi in malattie quali tumori, malformazioni fetali, malattie neurologiche, cardiovascolari ed endocrine. Queste particelle sono piccolissime e la loro capacità di penetrare all’interno della cellula senza intaccare la membrana è spiccata. Come questo accada sarà il tema di un incipiente progetto di ricerca europeo che vedrà coinvolto come coordinatore il gruppo del Dott. Montanari.
Il Dott. Montanari ha poi spiegato che quando noi inceneriamo l’immondizia non facciamo altro che trasformarla in particelle tanto piccole da farle scomparire alla vista e con i “termovalorizzatori”
(da lui definiti fallimento della politica locale che ignora o finge di ignorare che esistono decine di alternative migliori) la trasformazione produce particelle ancora più minute e quindi più tossiche. Malauguratamente non esiste alcun filtro industriale capace di bloccare il particolato da 2,5 micron o inferiore e la quantità enorme di polveri fini al di sotto di questa misura non rientra nelle valutazioni di legge.Ragion per cui a norma di legge l’aria è pulita. Ancora malauguratamente, tuttavia l’organismo non si cura delle leggi e le patologie da polveri fini, ora conosciute, sono in costante aumento.
Questa lettera per ringraziare il Dott. Montanari per il suo impegno nella ricerca e per la semplicità con cui ha spiegato l’argomento, entrambi sinonimi di trasparenza e di onestà di una persona che intende la salute fine prioritario e non negoziabile della propria ricerca.
Il Dott. Montanari ha poi spiegato che quando noi inceneriamo l’immondizia non facciamo altro che trasformarla in particelle tanto piccole da farle scomparire alla vista e con i “termovalorizzatori”
(da lui definiti fallimento della politica locale che ignora o finge di ignorare che esistono decine di alternative migliori) la trasformazione produce particelle ancora più minute e quindi più tossiche. Malauguratamente non esiste alcun filtro industriale capace di bloccare il particolato da 2,5 micron o inferiore e la quantità enorme di polveri fini al di sotto di questa misura non rientra nelle valutazioni di legge.Ragion per cui a norma di legge l’aria è pulita. Ancora malauguratamente, tuttavia l’organismo non si cura delle leggi e le patologie da polveri fini, ora conosciute, sono in costante aumento.
Questa lettera per ringraziare il Dott. Montanari per il suo impegno nella ricerca e per la semplicità con cui ha spiegato l’argomento, entrambi sinonimi di trasparenza e di onestà di una persona che intende la salute fine prioritario e non negoziabile della propria ricerca.
venerdì 27 giugno 2008
Incontro col Prof. Stefano Montanari
Ieri, al Seminario "Qualità dell'Aria e Dintorni"indetto dalla Provincia di Livorno è stato ospite il Prof. Stefano Montanari. Sono stata felice di ascoltare la sua conferenza. Mi sono trovata davanti uno scienziato di grande competenza che con parole estremamente semplici, a differenza dei politici e degli amministratori che lo hanno preceduto, ha illustrato i danni delle nanopolveri che il nostro sistema industriale produce in quantità elevatissima. Queste polveri non esistono in natura, visto che le più piccole (quelle prodotte dai vulcani) sono nell'ordine di grandezza di 3/4 micron, mentre 1 nanometro è una millesima parte di micron. Il nostro organismo non riconosce queste polveri che sono spesso non biodegradabili e non biocompatibili e quindi patogene, questi elementi che sono solidi, inorganici e insolubili si comportano nell'aria come un gas. Sono polveri ETERNE perchè non biodegradabili, quindi anche una futura bonifica è assolutamente irrealizzabile.
Le principali cause della produzione di queste polveri sono:
- Cave
- Acque di scarico
- Usura ed invecchiamento asfalto
- Trasporti ( A tal proposito la traversata atlantica di un Jumboo inquina come un anno di una piccola città di 30/40mila abitanti
- Traffico (anche usura di freni e pneumatici)
- Fonderie
- Centrali elettriche
- Inceneritori (Che sono il fallimento della politica locale che finge di non sapere che esistono alternative assolutamentwe migliori)
-Cementifici (I cementifici bruciano rifiuti tossici. Nel cemento vi è il 15% di ceneri di rifiuti tossici, non dichiarati in etichetta. Si stanno vrificando casi di bambini allergici alla propria casa.)
Riscaldamento (ma questo tipo di poveri, data la bassa temperatura di combustione sono abbastanza grosse e quindi non così dannose)
Amianto (l'amianto è una nanoparticella, apposta ha fatto tanti danni)
A proposito di amianto la pericolosità di questo elemento era già nota fin dai tempi di Tito Livio, il quale parla dell'alta mortalità degli schiavi che lavoravano nelle cave di amianto.
(Continua)
Le principali cause della produzione di queste polveri sono:
- Cave
- Acque di scarico
- Usura ed invecchiamento asfalto
- Trasporti ( A tal proposito la traversata atlantica di un Jumboo inquina come un anno di una piccola città di 30/40mila abitanti
- Traffico (anche usura di freni e pneumatici)
- Fonderie
- Centrali elettriche
- Inceneritori (Che sono il fallimento della politica locale che finge di non sapere che esistono alternative assolutamentwe migliori)
-Cementifici (I cementifici bruciano rifiuti tossici. Nel cemento vi è il 15% di ceneri di rifiuti tossici, non dichiarati in etichetta. Si stanno vrificando casi di bambini allergici alla propria casa.)
Riscaldamento (ma questo tipo di poveri, data la bassa temperatura di combustione sono abbastanza grosse e quindi non così dannose)
Amianto (l'amianto è una nanoparticella, apposta ha fatto tanti danni)
A proposito di amianto la pericolosità di questo elemento era già nota fin dai tempi di Tito Livio, il quale parla dell'alta mortalità degli schiavi che lavoravano nelle cave di amianto.
(Continua)
lunedì 23 giugno 2008
NANOPREOCCUPAZIONE
Informandomi un po' sui danni degli inceneritori e delle loro emissioni sono venuta a conoscienza di un mondo invisibile che ci circonda e di cui non siamo coscienti, ma che può incidere in modo rilevante nelle nostre vite. Parlo di nanoparticelle, nanopatologie, nanotecnologie.
Tanto per cominciare questo nano è semplicemente un' unità misura. Il nanometro è un miliardesimo di metro. Una misura infinitesimale, piccolissima, ma in questa briciola di mondo esiste un universo diverso da quello che vediamo in cui gli scienziati si sono gettati a capofitto con allegria, curiosità e incoscienza.
Il primo mio impatto col nano è stato con le nanoparticelle che si generano con la combustione ad alte temperature. In natura questi elementi non sono molto frequenti venendo generati più che altro dai vulcani. L'attività dell'uomo ne ha invece moltiplicato in modo considerevole la quantità. Attualmente nanopolveri escono dagli inceneritori, da alcuni procedimenti industriali, dai motori a scoppio ecc. ecc. Un esempio grave sono le esplosioni provocate in zone di guerra dall'uranio impoverito. questo elemento ha la proprietà di incendiarsi facilmente e bruciare ad altissime temperature trasformando in polvere finissima tutto quello che fa esplodere,edifici ecc., questa polvere penetra nell' organismo in profondità causando gravi danni.(Vedi Sindrome del Golfo) Altro esempio il crollo delle torri gemelle. La quantità enrorme di polvere che si generò in quel frangente, ricca di elementi di ogni tipo, ha provocato nei soccorritori danni gravi e permanenti.
Esistono però anche le nanotecnologe. Praticamente gli scienziati stanno studiando in questa dimensione la possibilità di creare una materia completamente nuova, inesistente in natura e per adesso provano ad usarla in campi comuni. Nanoparticelle le troviamo già nelle creme solari, nei cosmetici, nei tessuti. Nel futuro sembra che possano essere fatte cose incredibili, come ad esempio minuscoli robot che vadano a riparare il nostro corpo per guarirci dalle malattie.
Il fatto che a me sembra grave è che il nostro corpo è assolutamente indifeso verso questi elementi. Le nanoparticelle, che spesso sono non biodegradabili, non biocompatibili e quindi patogene, si insinuano attraverso il respiro e l'ingestione nel nostro corpo, giungono alla cellula la penetrano e,instaurandosi all'interno, provocano prima infiammazione, quindi altre malattie come tumori, Parkinson, Alzheimer,patologie cardiovascolari, endocrine, malformazioni fetali ecc.
Tanto per cominciare questo nano è semplicemente un' unità misura. Il nanometro è un miliardesimo di metro. Una misura infinitesimale, piccolissima, ma in questa briciola di mondo esiste un universo diverso da quello che vediamo in cui gli scienziati si sono gettati a capofitto con allegria, curiosità e incoscienza.
Il primo mio impatto col nano è stato con le nanoparticelle che si generano con la combustione ad alte temperature. In natura questi elementi non sono molto frequenti venendo generati più che altro dai vulcani. L'attività dell'uomo ne ha invece moltiplicato in modo considerevole la quantità. Attualmente nanopolveri escono dagli inceneritori, da alcuni procedimenti industriali, dai motori a scoppio ecc. ecc. Un esempio grave sono le esplosioni provocate in zone di guerra dall'uranio impoverito. questo elemento ha la proprietà di incendiarsi facilmente e bruciare ad altissime temperature trasformando in polvere finissima tutto quello che fa esplodere,edifici ecc., questa polvere penetra nell' organismo in profondità causando gravi danni.(Vedi Sindrome del Golfo) Altro esempio il crollo delle torri gemelle. La quantità enrorme di polvere che si generò in quel frangente, ricca di elementi di ogni tipo, ha provocato nei soccorritori danni gravi e permanenti.
Esistono però anche le nanotecnologe. Praticamente gli scienziati stanno studiando in questa dimensione la possibilità di creare una materia completamente nuova, inesistente in natura e per adesso provano ad usarla in campi comuni. Nanoparticelle le troviamo già nelle creme solari, nei cosmetici, nei tessuti. Nel futuro sembra che possano essere fatte cose incredibili, come ad esempio minuscoli robot che vadano a riparare il nostro corpo per guarirci dalle malattie.
Il fatto che a me sembra grave è che il nostro corpo è assolutamente indifeso verso questi elementi. Le nanoparticelle, che spesso sono non biodegradabili, non biocompatibili e quindi patogene, si insinuano attraverso il respiro e l'ingestione nel nostro corpo, giungono alla cellula la penetrano e,instaurandosi all'interno, provocano prima infiammazione, quindi altre malattie come tumori, Parkinson, Alzheimer,patologie cardiovascolari, endocrine, malformazioni fetali ecc.
venerdì 1 febbraio 2008
La mia spazzatura
Tutti i mezzi di informazione ci hanno messo al corrente della situazione rifiuti in Campania. Nessuno ci ha chiaramente spiegato di chi siano le responsabilità, anzi probabilmente lo hanno tenuto ben nascosto. Dietro la spazzatura c'è una marea di soldi e coloro che sono predisposti a risolvere i problemi hanno a cuore soltanto la parte economica del problema. Purtroppo dietro la spazzatura c'è un problema di salute pubblica rispetto al quale la sars, l'aviaria, la mucca pazza e altre emeregenze sono una stupidaggine. La gente per i rifiuti muore, si ammala, vive male.
Sentiamo dire che i rifiuti (lasciamo perdere per ora i rifiuti industriali) li produce il cittadino.
Primo: il cittadino non produce proprio niente, il cittadino compra rifiuti tutte le volte che fa un'acquisto, principalmente in forma di imballaggio e li paga una prima volta. Vi invito a guardare il vostro carrello del supermercato mentre siete in fila alla cassa e a soffermarvi sugli imballaggi che dovrete buttare nell'immondizia. Sappiate che tutta quella roba andrà a produrre cancro malattie degenerative e malformazioni e riempirà le tasche di politici corrotti, camorristi e industrie senza scrupoli. Non esistono in Italia sistemi di smaltimento rifiuti che tutelino la salute pubblica. Le discariche modello producono solo soldi per i comuni che le gestiscono e per i loro azionisti, gutta cavat lapidem dicevano i latini - la goccia scava la pietra - figuriamoci la monnezza! Cosa ne sarà di queste discariche fra venti trenta quaranta anni?
Gli inceneritori sono invece dei "killer" legali non considerati responsabili per le persone che uccide e macchine per far soldi. Queste sono solo false soluzioni che deresponsabilizzano le industrie facendo credere che fare prodotti che creano molta spazzatura possa essere accettato.
Io sono solo una donna semplice che non può fare molto contro queste lobbies prepotenti, però quello che posso fare lo faccio. Ho cambiato totalmente modo di fare la mia spesa e i miei acquisti. Vi spiego come.
Non compro più cose molto impacchettate, specialmente nella plastica. Niente più prosciutto, formaggio del supermercato, ma in negozi di alimentari a cui chiedo gentilmente di usare un foglio solo e non tutti quei veletti di plastica. Porto le borse da casa, niente buste di plastica che rifiuto gentilmente e sempre. Niente acqua minerale, bevo acqua del rubinetto che è buonissima. Il latte lo compro al supermercato Naturasì dove posso riportare il vetro il cui costo mi viene scalato.
Tutti gli avanzi di cibo gli uso per nutrire gli animali che ho. Fortunatamente ho anche un maiale (vivo in campagna) e quello si mangia anche i gusci delle uova e i fondi del caffè. Riciclo tutti i vasi di vetro per l'uso comune di cucina, non uso carta usa e getta, ma uso i sacchetti del pane per ulteriori usi, come faceva mia mammma quando ero piccola.Non compro giocattoli di plastica (ormai tutti cinesi, anche Chicco) ai miei nipoti, ma preferisco giocare con loro inventando tanti giochi. Mi sono accorta che butto via pochissima spazzatura, praticamente un sacco piccolo ogni settimana e un sacco grosso per vetro e plastica (l'indispensabile) ogni due mesi. Oltretutto mi sono accorta che spendo meno!
Penso che al giorno d'oggi sia una scelta morale, non possiamo avvelenare la terra ai nostri figli ai nostri nipoti e alle generazioni che verranno.
Penso sempre agli antichi romani che come grande conquista avevano l'acqua corrente in casa, ma non sapevano che si avvelenavano con le tubature in piombo! Noi che l'acqua potabile in casa ce l'abbiamo e non ci avvelena ci avveleniamo con l'acqua nella plastica, che oltretutto pesa per portarla a casa. I romani poi non lo sapevano che si avvelenavano noi invece lo sappiamo!
Siamo proprio dei gran co....ni!!!
Sentiamo dire che i rifiuti (lasciamo perdere per ora i rifiuti industriali) li produce il cittadino.
Primo: il cittadino non produce proprio niente, il cittadino compra rifiuti tutte le volte che fa un'acquisto, principalmente in forma di imballaggio e li paga una prima volta. Vi invito a guardare il vostro carrello del supermercato mentre siete in fila alla cassa e a soffermarvi sugli imballaggi che dovrete buttare nell'immondizia. Sappiate che tutta quella roba andrà a produrre cancro malattie degenerative e malformazioni e riempirà le tasche di politici corrotti, camorristi e industrie senza scrupoli. Non esistono in Italia sistemi di smaltimento rifiuti che tutelino la salute pubblica. Le discariche modello producono solo soldi per i comuni che le gestiscono e per i loro azionisti, gutta cavat lapidem dicevano i latini - la goccia scava la pietra - figuriamoci la monnezza! Cosa ne sarà di queste discariche fra venti trenta quaranta anni?
Gli inceneritori sono invece dei "killer" legali non considerati responsabili per le persone che uccide e macchine per far soldi. Queste sono solo false soluzioni che deresponsabilizzano le industrie facendo credere che fare prodotti che creano molta spazzatura possa essere accettato.
Io sono solo una donna semplice che non può fare molto contro queste lobbies prepotenti, però quello che posso fare lo faccio. Ho cambiato totalmente modo di fare la mia spesa e i miei acquisti. Vi spiego come.
Non compro più cose molto impacchettate, specialmente nella plastica. Niente più prosciutto, formaggio del supermercato, ma in negozi di alimentari a cui chiedo gentilmente di usare un foglio solo e non tutti quei veletti di plastica. Porto le borse da casa, niente buste di plastica che rifiuto gentilmente e sempre. Niente acqua minerale, bevo acqua del rubinetto che è buonissima. Il latte lo compro al supermercato Naturasì dove posso riportare il vetro il cui costo mi viene scalato.
Tutti gli avanzi di cibo gli uso per nutrire gli animali che ho. Fortunatamente ho anche un maiale (vivo in campagna) e quello si mangia anche i gusci delle uova e i fondi del caffè. Riciclo tutti i vasi di vetro per l'uso comune di cucina, non uso carta usa e getta, ma uso i sacchetti del pane per ulteriori usi, come faceva mia mammma quando ero piccola.Non compro giocattoli di plastica (ormai tutti cinesi, anche Chicco) ai miei nipoti, ma preferisco giocare con loro inventando tanti giochi. Mi sono accorta che butto via pochissima spazzatura, praticamente un sacco piccolo ogni settimana e un sacco grosso per vetro e plastica (l'indispensabile) ogni due mesi. Oltretutto mi sono accorta che spendo meno!
Penso che al giorno d'oggi sia una scelta morale, non possiamo avvelenare la terra ai nostri figli ai nostri nipoti e alle generazioni che verranno.
Penso sempre agli antichi romani che come grande conquista avevano l'acqua corrente in casa, ma non sapevano che si avvelenavano con le tubature in piombo! Noi che l'acqua potabile in casa ce l'abbiamo e non ci avvelena ci avveleniamo con l'acqua nella plastica, che oltretutto pesa per portarla a casa. I romani poi non lo sapevano che si avvelenavano noi invece lo sappiamo!
Siamo proprio dei gran co....ni!!!
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