venerdì 27 giugno 2008

Incontro col Prof. Stefano Montanari

Ieri, al Seminario "Qualità dell'Aria e Dintorni"indetto dalla Provincia di Livorno è stato ospite il Prof. Stefano Montanari. Sono stata felice di ascoltare la sua conferenza. Mi sono trovata davanti uno scienziato di grande competenza che con parole estremamente semplici, a differenza dei politici e degli amministratori che lo hanno preceduto, ha illustrato i danni delle nanopolveri che il nostro sistema industriale produce in quantità elevatissima. Queste polveri non esistono in natura, visto che le più piccole (quelle prodotte dai vulcani) sono nell'ordine di grandezza di 3/4 micron, mentre 1 nanometro è una millesima parte di micron. Il nostro organismo non riconosce queste polveri che sono spesso non biodegradabili e non biocompatibili e quindi patogene, questi elementi che sono solidi, inorganici e insolubili si comportano nell'aria come un gas. Sono polveri ETERNE perchè non biodegradabili, quindi anche una futura bonifica è assolutamente irrealizzabile.
Le principali cause della produzione di queste polveri sono:
- Cave
- Acque di scarico
- Usura ed invecchiamento asfalto
- Trasporti ( A tal proposito la traversata atlantica di un Jumboo inquina come un anno di una piccola città di 30/40mila abitanti
- Traffico (anche usura di freni e pneumatici)
- Fonderie
- Centrali elettriche
- Inceneritori (Che sono il fallimento della politica locale che finge di non sapere che esistono alternative assolutamentwe migliori)
-Cementifici (I cementifici bruciano rifiuti tossici. Nel cemento vi è il 15% di ceneri di rifiuti tossici, non dichiarati in etichetta. Si stanno vrificando casi di bambini allergici alla propria casa.)
Riscaldamento (ma questo tipo di poveri, data la bassa temperatura di combustione sono abbastanza grosse e quindi non così dannose)
Amianto (l'amianto è una nanoparticella, apposta ha fatto tanti danni)
A proposito di amianto la pericolosità di questo elemento era già nota fin dai tempi di Tito Livio, il quale parla dell'alta mortalità degli schiavi che lavoravano nelle cave di amianto.
(Continua)

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